Cartelle esattoriali: arriva la prescrizione lunga.
La bozza della Legge di Bilancio prevede che, se il contribuente non impugna la cartella, questa si prescrive dopo solo 10 anni.
Si triplica il tempo di prescrizione della cartella esattoriale per bollo auto che non sarà più di 3 anni ma di 10. Addio alla prescrizione breve per le multe stradali: l’automobilista che non paga si libererà del debito dopo 10 anni e non 5 come oggi. Stessa sorte per le cartelle di pagamento dell’Imu, della Tasi e dell’odiata tassa sui rifiuti. A prevederlo è un emendamento alla legge di Bilancio appena inserito dal Governo che cancella gli effetti favorevoli ai contribuenti stabiliti da una famosa sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione pubblicata a fine 2016. Ma procediamo con ordine e vediamo in cosa consiste la nuova prescrizione lunga per le cartelle esattoriali.
A lungo si è discusso, nelle aule dei tribunali, se la cartella di pagamento non contestata nei 60 giorni – e quindi non più impugnabile – sia assimilabile o meno a una sentenza definitiva. La questione non era di “pura lana caprina” visto che le sentenze passate in giudicato si prescrivono dopo 10 anni, mentre le cartelle di pagamento hanno un termine di prescrizione che varia a seconda del tipo di tributo richiesto. Ad esempio, per le imposte locali la prescrizione è sempre di 5 anni; per il bollo auto è di 3 anni; per l’Iva e l’Irpef di 10 (leggi Quando una cartella di pagamento va in prescrizione). Equiparare la cartella non contestata a una sentenza definitiva significava allungare la prescrizione a 10 anni per tutti i tipi di imposte e/o sanzioni.
La nuova norma avrà effetto retroattivo e vale anche per le vecchie cartelle
La Cassazione [1] ha sposato l’interpretazione favorevole al contribuente: secondo le Sezioni Unite, infatti, anche se non impugnata, la cartella mantiene la sua natura di atto amministrativo. Risultato: la prescrizione, anche dopo 60 giorni dalla notifica, non cambia. Con somma gioia di chi aveva ricevuto cartelle di pagamento e, non avendole contestate, stava contando i giorni residui per liberarsene definitivamente.
Ora però la legge di Bilancio cambia le carte in tavola. Difatti, una norma interpretativa contenuta nella bozza della legge di fine anno (e come tale suscettibile di interpretazione retroattiva) prevede che, in presenza di cartelle non contestate, il termine di prescrizione per il recupero sia sempre di 10 anni, a prescindere dalla natura del credito azionato. Questo significa più tempo per i pignoramenti, per le ipoteche e per i fermi auto da parte di Agenzia Entrate Riscossione.
note
[1] Cass. S.U. sent. n. 23395/16